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Le Chiese

La Chiesa di Santa Maria Acquas (Sardara)

Davanti alle Antiche Terme di Sardara si trova la chiesa di Santa Maria Acquas, un santuario diocesano. Venne eretta intorno all’undicesimo e dodicesimo secolo, anche se non si hanno date e documenti storici certi sulla sua nascita. Ma il culto alla Santa vergine in questo territorio iniziò molto probabilmente secoli addietro. Si pensa addirittura prima dell’anno mille.

 

Santuario Santa Maria ad Acquas

La statua della Santa Vergine che tuttora si trova all’interno della chiesa risale al sedicesimo secolo, forse addirittura al quindicesimo. Per motivi di attacchi dall’esterno, di incursioni fraudolente e razzie, la statua venne un tempo nascosta. Di seguito fu ritrovata da altri e da ciò derivò la successiva restaurazione della chiesetta intorno al Settecento. Con il passare del tempo, non solo la chiesetta subì restauri, ma fu oggetto di ciò anche la Statua della Santa Vergine, chiamata Santa Vergine delle Acque, proprio perché ci troviamo in luoghi vicini a terme, che caratterizzano particolarmente la zona.

 

Chiesa di San Gregorio (Sardara)

La chiesa di San Gregorio è nel centro storico, corrispondente alla parte alta dell’abitato di Sardara. Nel sito sorgeva un santuario nuragico con tempio a pozzo presso la chiesa di Sant’Anastasia. Nel territorio restano tracce di insediamenti punici e romani. In località Santa Maria is Acquas era ubicata una stazione romana lungo la principale via di collegamento fra Nord e Sud dell’isola. La presenza di acque sorgive vi determinò l’impianto di terme, attive ancora oggi. In epoca giudicale il territorio era guardato dal castello di Monreale, di confine fra il regno di Cagliari e quello di Arborea.
La chiesa di San Gregorio, caratterizzata da raffinati dettagli architettonici, è uno dei monumenti gotici più integri e significativi in Sardegna.
Nonostante manchino testimonianze documentarie, la fabbrica è ascrivibile al primo quarto del XIV. I paramenti murari sono in pietre calcaree e vulcaniche. La pianta è mononava con copertura in legno e abside a S/E. Quest’ultima, pur avendo profilo semicircolare all’interno, risulta esternamente squadrata. Si tratta di una soluzione di compromesso tra la radicata tradizione romanica e l’intento di aderire alle nuove forme gotiche italiane.
La facciata a capanna è divisa in tre specchi da lesene a fascio e da due robuste paraste d’angolo. Nello specchio centrale si apre il portale architravato, sormontato da un arco di scarico ogivale e provvisto di stipiti modanati. In asse con il portale si apre un rosone gotico sormontato da una serie di archetti su peducci. Il campanile a vela con due strette luci conclude il prospetto.
Nel fianco settentrionale si apre un portale con centina ad arco acuto. Nell’abside vi è una bifora archiacuta, molto risarcita nei restauri.

 

Chiesa di Santa Severa (Gonnosfanadiga)

Si dice che in origine fu costruita da un gruppo di schiavi cristiani condonnati “ad metalla” dall’Impero Romano, infatti nella zona era attiva una fonderia per la lavorazione dei metalli estratti nelle miniere.
La chiesa quindi può essere datata ai primi secoli del cristianesimo, ma di quest’impianto non resta quasi traccia, attualmente presenta infatti una pianta a croce latina, e sui tre lati è circondata da un portico, aggiunto probabilmente nel Seicento. Al centro della navata si trova una cupola circolare; sulla facciata originale presenta un campanile a vela, al quale durante la festa della Santa viene fissata un’antica campana in bronzo, del 1388.

L’antichissima statua della Santa conservata all’interno della chiesa, non si può rimuovere dalla nicchia dell’altare maggiore ed è chiusa da una vetrata, perchè diversi secoli fa la popolazione invocò la Santa con una processione contro la siccità, spostando la statua. Subito si ebbe l’effetto voluto, ma l’acqua che venne giù fu tanta che si trasformò in un’alluvione. Quando la statua fu riportata al suo posto la pioggia cessò, e da allora non fu più spostata.

 

Chiesa di San Pietro (Tuili)

L’edificio ospita al suo interno un retablo cinquecentesco del Maestro di Castelsardo, detto Retablo di Tuili o Retablo di San Pietro, opera considerata il capolavoro della pittura rinascimentale in Sardegna.
L’edificio venne eretto nel XV secolo e consacrato il 7 maggio 1489. Poco rimane della fabbrica originale, in stile gotico catalano, in quanto la chiesa venne ampiamente rimaneggiata nei secoli successivi.
La facciata presenta coronamento a doppia inflessione. Sulla sinistra si eleva il campanile, a pianta quadrata, sormontato da un cupolino su tamburo ottagonale. L’interno della chiesa, a pianta rettangolare, presenta un’unica navata, tre cappelle per lato e presbiterio sopraelevato. La navata, il presbiterio e cinque cappelle presentano volta a botte, mentre la terza cappella a sinistra, accessibile tramite un arco ogivale su capitelli scolpiti, ha volta a crociera costolonata stellare; questo ambiente è ciò che rimane dell’originario edificio quattrocentesco.
La chiesa custodisce interessanti arredi marmorei, come la balaustra del presbiterio, realizzata tra il 1808 e il 1811, il pulpito barocco del 1783 e l’altare maggiore. Quest’ultimo venne commissionato alla fine del XVIII secolo ai marmorari Domenico e Santino Franco dal rettore Felice Maria Mura e collocato nel presbiterio nel 1800; è in stile tardo barocco, realizzato in marmo bianco con intarsi, decorato con bassorilievi e le statue di san Pietro in cattedra, al centro, e degli Apostoli Paolo e Andrea ai lati.

 

Chiesa di San Pietro (Villamar)

Realizzata nella seconda metà del XIII sec. in stile romanico-gotico presenta particolari costruttivi classici del periodo romanico con elementi di evidente influenza araba, probabilmente dovute all’impiego di maestranze provenienti dalla Spagna.

La chiesa, originariamente realizzata con un’unica navata absidata, fu successivamente ampliata con una seconda navata minore sul lato sinistro, sempre absidata. Costruita in pietra arenaria e vulcanite, presenta i classici archetti a tutto sesto ornati da peducchi con decorazioni di vario tipo, mentre un campanile a vela con doppia campana sormonta il portale principale.